SPAZIO LE VITE DEGLI ALTRIXiangyu Long
TikTok nella regione del Kham

Un video di sette secondi pubblicato su Tiktok trasforma Ding Zhen, un umile pastore di yak tibetano, in una star del web in una sola notte. Questa semplice azione non ha solo cambiato la sua vita, ma ha anche avuto un profondo impatto sul suo villaggio natale.

L’improvviso successo di Ding Zhen ha ispirato i giovani locali a utilizzare i social media per condividere le loro storie, con il sogno di diventare influencer. Attraverso questi mezzi di comunicazione il resto del mondo ha potuto conoscere questo villaggio remoto. Al contempo la natura interattiva dei social fa sì che il villaggio assorba le nuove tendenze dal mondo, generando un cambiamento nel modo di pensare e nelle usanze legate al passato. Molte nuove tradizioni popolari, come festeggiare compleanni e organizzare feste, che non facevano parte della cultura locale, sono ora diventate eventi importanti da celebrare.

Attraverso la trasmissione video di un evento in Internet, sia di feste di compleanno che di scene di vita quotidiana nomade, la gente del posto riesce a ottenere visibilità e di conseguenza regali in denaro attraverso le piattaforme. Il collegamento diretto con i propri follower ha inoltre permesso ai locali di vendere direttamente i prodotti ai consumatori senza intermediari.

Nel frattempo, nel mondo offline, il flusso di visitatori verso il villaggio ha stimolato l’economia locale, e gli autoctoni si offrono di lavorare come guide per i tour del villaggio. Gli abitanti stanno anche adattando le proprie case, trasformando gli spazi abitativi che vengono adibiti a ospitare i visitatori. In passato i contatti si limitavano generalmente ad amici e parenti nel villaggio o nei centri vicini ma ora, attraverso i social media, i locali possono comunicare con persone di diverse regioni e nazionalità, senza alcun tipo di limite geografico.

Gente comune che vive in un villaggio remoto è diventata un’attrazione e ha migliaia di seguaci che la ammirano per il proprio modo di vivere. Ci sono alcune tra le fan, prevalentemente femminili, che lasciano la propria vita nelle grandi città per visitare i loro idoli nella prefettura autonoma tibetana di Garzê, nella provincia sudoccidentale dello Sichuan, in Cina. Alcune vivono per mesi con le famiglie locali, imparando il tibetano e dando una mano in casa nelle faccende domestiche, per immergersi nel modo più profondo possibile in quella che è l’idea che si sono fatti della vita romantica e selvaggia che conduce la minoranza etnica locale.

Questo è un ottimo esempio di come i social media stiano rimodellando la realtà quotidiana, sia online che offline. Sarà solo il tempo che potrà decretare il loro successo e il conseguente impatto sul villaggio. Questo progetto, tutt’ora in corso, continuerà di pari passo con l’evolversi della storia.

Copyright foto: © Xiangyu Long.

Xiangyu Long è un fotografo tibetano, nato e cresciuto nella Prefettura Autonoma di Aba, in Cina. Attualmente vive tra Chengdu e Shanghai. Xiangyu ha studiato al College of Chemical Engineering, presso l’Università di Zhejiang. Dopo la laurea, si è trasferito in Africa meridionale e ha lavorato in Zambia e Tanzania per mezzo decennio come consulente amministrativo nel campo della cooperazione. Nel 2016 si è trasferito in Spagna e ha proseguito gli studi in fotografia presso L’Institut d’Estudis Fotogràfics de Catalunya. Nel 2019 ha ricevuto una borsa di studio dall’Università di Scienze Applicate e Arti di Hannover per approfondire i suoi studi nel campo della fotografia documentaria. Questo progetto è stato premiato con il Picture of The Year International (POYI) Asia ed è stato esposto all’Hellerau Photography Portrait Award, in Germania. Il suo lavoro si concentra sulla sovrapposizione e metamorfosi delle identità di gruppo in un mondo globalizzato.

Lodi, Palazzo Modignani – via XX Settembre, 29

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