ACQUISTA I LIBRI DEL FESTIVAL 

Anche quest’anno abbiamo realizzato, in collaborazione con la casa editrice emuse, il catalogo dell’edizione 2023.

Puoi acquistare i cataloghi delle edizioni precedenti a questo link.

A cura della Fondazione World Press Photo, il catalogo della nuova edizione del più famoso premio internazionale di fotogiornalismo.

Elegia Lodigiana – Gabriele Cecconi

Generazione dopo generazione, l’acqua ha rappresentato una risorsa che ha consentito il sostentamento e lo sviluppo di un’area tra le più produttive e fertili d’Europa. Elegia lodigiana è un lavoro che nasce da una ricerca minuziosa nella realtà lodigiana, in punta di piedi, nelle vite e nelle storie di coloro che popolano questo spazio e che hanno rafforzato il proprio legame con questa terra. Ci regala un affresco permeato da una luce nitida, precisa ma sospesa, in un continuo rimando tra passato, presente e futuro.

Per info scrivere a info@festivaldellafotografiaetica.it

Almost Europe è un viaggio alla ricerca dell’Europa lungo la “cortina blu” dell’UE, un racconto per immagini della vita quotidiana europea, esposto al Festival nello Spazio Europa.
Edito da POSTCART Edizioni, il libro contiene testi di Mario Dondero e Sergio Romano e costituisce il primo capitolo della Trilogia europea, che include i successivi volumi Still Europe e Europa Texas.

Un viaggio nei confini dell’Europa, che inizia in Europa e finisce in Europa, mirando al suo cuore e ai suoi fondamenti.
Still Europe è il secondo capitolo della Trilogia europea, iniziata con Almost Europe e conclusa con il terzo capitolo Europa Texas.

L’identità europea è stato il focus dei primi due libri pubblicati da Postcart con Luca Nizzoli Toetti. In Europa Texas troviamo un racconto fotografico e letterario, storico e contemporaneo ambientato in nostalgiche Roma, Londra, Atene. In Texas.

In questi anni, le navi delle Ong che soccorrono i migranti sono state al centro di polemiche e narrazioni ostili. Ma pochi conoscono quello che succede davvero a bordo. Caterina Bonvicini e il fotoreporter Valerio Nicolosi sulle navi umanitarie ci sono saliti, navigando per settimane e settimane, gomito a gomito con l’equipaggio. In queste pagine ci raccontano, con parole e immagini, le storie di chi ha deciso di inventarsi un’altra Storia, diversa da quella che ci vuole tutti cinici e indifferenti. Soccorritrici e soccorritori, spesso giovanissimi, che hanno scelto di trovare la propria ragione di vita in un mare sterminato.

La sera del 13 gennaio 2012 la Costa Concordia, con 4229 persone a bordo, colpisce un basso fondale davanti all’Isola del Giglio. Tre ore dopo la nave da crociera è adagiata su un lato a pochi metri dalla costa: è il più grande transatlantico mai naufragato al mondo e la tragedia porta con sé 32 vite.

A dieci anni dal naufragio, la Costa Concordia non esiste più. Simbolo di un dramma, il relitto è stato raddrizzato, smantellato e in gran parte riciclato: migliaia di tonnellate di acciaio oggi si trovano nelle fondamenta di ponti e palazzi italiani.

Come due nuovi Bouvard e Pécuchet in cerca d’improbabili risposte per un mondo troppo complesso, gli autori dialogano sul legame tra il nostro destino più intimo e quello delle fotografie; abbandonando ogni nostalgia, fantasticano di una fotografia nuova, che torni a essere premessa di solidarietà e protezione contro l’insensatezza di vivere. Qualcosa per cui riaprire gli occhi.

Nomadelfia è stata fondata nel 1948 nell’ex campo di concentramento di Fossoli, in Emilia Romagna, da don Zeno Saltini con l’obiettivo di dare una famiglia ai bambini abbandonati. Dopo diverse vicissitudini il piccolo popolo che la compone si è stabilizzato vicino a Grosseto, vive in comunità, segue il Vangelo ed è dedito all’accoglienza.

Le foto raccolte in questo libro sono state realizzate nell’arco degli anni 2013 e 2014 grazie alla collaborazione ed al rapporto di amicizia instaurato con diverse famiglie rom residenti in due campi nell’area nord di Napoli. Gli insediamenti, poco distanti l’uno dall’altro contavano al tempo circa mille presenze, soprattutto Serbi e Macedoni arrivati in Italia nell’arco di diverse ondate migratorie dalla penisola balcanica.

Dalla viva voce del suo protagonista, il libro ripercorre le tappe di un cammino, ad un tempo umano e professionale. Dai primi passi a Torino come cineoperatore, alle tante guerriglie centro e sudamericane degli anni ’80, lavora continuamente per l’editoria internazionale, dal Medio Oriente alla guerra nei Balcani, ai progetti a lungo termine su cui continua a lavorare, lo sguardo di Saglietti non è mai né distaccato né unicamente documentativo. Le sue immagini in bianco e nero sono attraversate da un’empatia e da un grande rispetto nei confronti dei soggetti ritratti. Sorretto da un forte senso etico — anche quando il suo cammino ha incontrato le realtà più violente ed efferate — nella sua fotografia non manca mai quell’attimo di umanità che nella sua visione deve sempre accompagnare il destino dell’uomo.