CE.SVI.P. Lombardia
Associazione Il Gabbiano Onlus
Associazione LOSCARCERE
Centro di Formazione Professionale e per l’Educazione Permanente
Coop. Soc. Il Mosaico
ASST di Lodi Area Socio Sanitaria
Ufficio di Piano del Comune di Lodi
Oltre il muro

Ti manca l’aria quando entri per la prima volta in una galera.
Basta un passo, oltre la riga gialla che delimita la porta carraia, e si entra in contatto con una realtà sconosciuta, un mondo di cui si aveva solo sentito parlare.

I primi passi sono pesanti, ci si muove come in altitudine, in una sorta di galleggiamento mentale che porta a sforzi interiori intensi. Si prova a capire quelle facce “sporche” che incrociano i nostri sguardi curiosi e intimiditi. Volti estraniati e persi nel vuoto. Teste abbassate, mutismi forzati e figure umane che vagano in spazi limitati da confini artificiali. Non è facile guardare i loro musi, ci si sente invadenti, irrispettosi. O forse, lavandosi la mente dai pregiudizi, solo e semplicemente curiosi.

Il carcere lo si può frequentare per tanto tempo e a un certo punto pensare persino di conoscerlo. Non è così, quel mondo non lo si capirà mai. Se non ci si è dentro.

Di giorno, i riflettori puntati direttamente verso una vita di condivisione, portano a immaginazioni assolute e lontane dalle logiche interiori dell’individuo. Tutto assume un valore normale. O quasi. Quando si spengono le luci, invece, ecco che come per metamorfosi, qualcosa cambia. Cambiano i bisogni, le necessità. I pensieri volano oltre il muro, gli stati d’animo si confrontano e non trovano pace. Una sorta di cruenta battaglia tra la realtà e i sogni negati.

L’immaginazione oltrepassa le inferriate della cella e si inizia a riflettere e a pensare, a quando un giorno, dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia, si potrà riassaporare un’aria priva di involucro forzato. E si guarda il cielo, che a volte regala lo spettacolo delle stelle. Sempre troppo lontane per sentirsi liberi.

Anime prigioniere in un mondo di balordi e malandrini. Frammenti di società generata a scacchiera e priva di un ordine logico. Occhi sbarrati che fissano il niente. Pupille rassegnate ingrassate da umide lacrime. È facile sbagliare, difficile è pagare il conto che l’oste presenta.

E poi capita di vederli fuori, i ragazzi. Bastano pochi passi oltre la linea di confine e i filtri preimpostati perdono le loro funzioni originarie. Tutto assume un regime di spontaneità naturale. Le facce, gli sguardi, i musi duri, non sono più gli stessi.

Torni a vivere dopo i conti salati che hai pagato. Il sorriso trattenuto esplode e ritrovi il coraggio mancato che ti ha fatto abbassare lo sguardo per tanto tempo. Senti di essere vicino a te stesso e provi a ricominciare. Non ti senti più il peggiore della classe e torni nella consapevolezza di quello che veramente sei.

Troppi silenzi, persone distratte e troppo assenti invadono la tua mente. Ci provi ogni mattina a risalire dentro, ma non basta. Troppe porte chiuse dietro agli occhi trasparenti che non sanno più vedere. La strada è in salita, sfidi la vergogna e cerchi di non commettere altri errori. Ma vuoi vivere. Provi a correre via. Ma il fiato è in debito di forze. Inciampi, scivoli ancora.
E poi si parla di libertà. Di dignità, e di altro ancora.

Ci vuole una certa profondità d’immaginazione per capire e definire il confine tra la perdita della libertà e la privazione della dignità. Ogni essere umano è fine a se stesso, la dignità è un sentimento importante che considera il proprio valore morale. È considerazione di se stessi, delle proprie capacità e della propria identità personale.

Uomini in divisa blu da una parte. Parenti in fila dall’altra. Razza umana in attesa della burocrazia e dei controlli di sicurezza per un permesso di visita ai propri cari. Delinquenti, ma pur sempre cari.

E si cerca ancora di capire, tra una barriera e l’altra. Capire quel mondo che sta scomparendo alle spalle. Si cammina e si cerca di mettere ferocemente assieme i tasselli raccolti oltre il muro. Idee confuse per un castello di sabbia incantato. E solo mentale.

Manca solo il suono di un bip, e la luce rossa di uno scanner che leggerà un codice a barre protetto da una custodia in acetato. Siamo di nuovo nella società. E ci sentiamo soffocare.

Testo a cura di Giovanni Mereghetti

La mostra “Oltre il muro” si colloca all’interno del progetto “Al lavoro per il lavoro: percorsi di formazione professionale e accompagnamento multidisciplinare per persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria”, presentato da una rete di enti partner (tra cui Ce.svi.p. Lombardia, Associazione Il Gabbiano Onlus, Associazione LOSCARCERE, Centro di Formazione Professionale e per l’Educazione Permanente, Coop. Soc. Il Mosaico, ASST di Lodi Area Socio Sanitaria, Ufficio di Piano del Comune di Lodi), finanziato da Regione Lombardia e rivolto a destinatari adulti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

Giovanni Mereghetti, fotogiornalista e docente.
Inizia la sua attività di fotografo nel 1980 come free-lance. Successivamente collabora con le più importanti agenzie italiane ed estere specializzandosi in reportage geografico e fotografia sociale. Nel corso della sua carriera ha documentato l’immigrazione degli anni Ottanta a Milano, il ritiro delle truppe vietnamite dalla Cambogia, la via della seta da Pechino a Karachi, l’embargo iracheno, gli aborigeni nell’anno del bicentenario australiano nonché le popolazioni Nuba del Sudan. Negli ultimi anni si è dedicato a ricerche fotografiche di carattere sociale nelle carceri italiane e allo studio dei flussi migratori provenienti dall’Africa Occidentale.

E’ autore dei libri “Bambini e bambini” (Mesero), “Piccoli Campioni” (Pubblinova), “Ciao Handicap!” (Click), “Omo River e dintorni” (Periplo Edizioni), “Bambini Neri” (Les Cultures – Sahara el Kebira), “Friendship Highway …verso il Tibet” (Bertelli Editori), “Destinazione Mortirolo” (Bertelli Editori), “Nuba” (Bertelli Editori), “Da Capo Nord a Tombouctou… passando per il mondo” (Immagimondo-Bertelli Editori), “Veli” (Les Cultures Edizioni), “Hotel Bel Sit, storie di Migranti (Bertelli Editori) e “Patrizia Wyss” (Erodoto 108).

Grazie all’esperienza maturata nel settore dello styling per conto di un’importante azienda italiana, nel 2010 fonda Spazio Foto Mereghetti, laboratorio di ricerca e comunicazione visiva, operante nel settore dell’immagine di design e nella creazione di concept aziendali.

I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive presentate in Italia e all’estero. Le sue opere fotografiche fanno parte della collezione dell’Archivio Fotografico Italiano. Vive e lavora in provincia di Milano.

giovannimereghetti.com

CE.SVI.P. Lombardia, Centro Sviluppo Piccola e Media Impresa – è una società cooperativa che opera nell’ambito della Formazione e del Lavoro dal 1996 attraverso 9 sedi dislocate su tutto il territorio della Lombardia e precisamente a Lodi, Bergamo, Milano, Varese, Cremona, Mantova, Sondrio, Brescia e Pavia.

È Ente accreditato presso la Regione Lombardia, sia per i Servizi al Lavoro sia per i Servizi di Istruzione e Formazione professionale.

CESVIP Lombardia lavora da sempre in rete sul territorio per garantire alle persone servizi per l’orientamento e l’inserimento al lavoro, anche in riferimento a categorie dello svantaggio sociale e dell’area penale.

Sono molte le progettualità attivate e realizzate in questi anni, con Enti Locali, Servizi socio-sanitari, scuole, associazioni di promozione sociale per la gestione di servizi legati all’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale.

L’ente ha consolidata esperienza nell’ambito di progetti realizzati in collaborazione con le strutture penitenziarie, gli Uffici Uepe territoriali, le associazioni del territorio e le istituzioni locali competenti.

In particolare la sede di Lodi promuove da anni iniziative per i detenuti della Casa Circondariale di Lodi in collaborazione con Loscarcere, l’ufficio di piano e diverse cooperative sociali del territorio.

Grazie a questi progetti è stata data l’opportunità a tanti detenuti di partecipare a percorsi di formazione professionale e di attivare tirocini propedeutici all’inserimento lavorativo.

Lodi, Museo Paolo Gorini
via A. Bassi, 3

INGRESSO GRATUITO