SPAZIO LE VITE DEGLI ALTRIThomas Morel-Fort
Donna, una vita di sacrifici

L’esodo di donne provenienti da Paesi in via di sviluppo per lavorare al servizio di famiglie abbienti in Paesi ricchi è un fenomeno in continua crescita nel XXI secolo. Con circa 10 milioni dei suoi abitanti che vivono e lavorano all’estero, le Filippine sono considerate tra i principali esportatori di lavoro al mondo.
Il denaro inviato attraverso questa diaspora rappresenta circa il 10% del PIL del Paese. Ma a quale prezzo? In Francia ci sono circa 50.000 filippini, l’80% dei quali sono donne, tutte collaboratrici domestiche, una forza lavoro pressoché invisibile, sfruttata dai propri datori di lavoro che traggono vantaggio dall’immunità diplomatica e dal fatto che queste donne siano vittime della precaria condizione di clandestinità in cui sono costrette a vivere.
Molte vivono all’estero sacrificando la vita con la propria famiglia al fine di migliorare quella di coloro che rimangono a casa, per finanziare gli studi dei propri figli e per far sì che possano godere di un futuro migliore. Durante gli ultimi sei anni il fotografo ha seguito il viaggio di Donna ed è stato testimone delle condizioni lavorative subite negli appartamenti parigini, del clima di sfruttamento in una villa sulla Costa Azzurra, dei momenti di conforto portati dalla sua comunità e della vita della sua famiglia nelle Filippine.
Donna ha 42 anni e viene da una famiglia povera di contadini che vive in un villaggio rurale nelle montagne, a 300 km da Manila. I suoi genitori hanno sempre coltivato la terra. Si è sposata in giovane età e ha avuto quattro figli. Sognava di diventare un’infermiera ma ha preferito lavorare per pagare l’istruzione dei propri figli e ha per questo deciso di andare all’estero.
Prima di arrivare a Parigi dieci anni fa, ha dovuto pagare 13.000 euro a un trafficante di esseri umani. Una volta arrivata nella capitale francese, ha iniziato a lavorare a tempo pieno per una ricca famiglia dei Paesi del Golfo e in una villa sulla Costa Azzurra. Tutto ciò che guadagna grazie al suo lavoro viene inviato a casa per coprire le tasse scolastiche dei suoi figli. Nicole, ormai ventunenne, è riuscita a ottenere la laurea in infermieristica, motivo di grande orgoglio per sua madre. Donna, non avendo documenti, non sa ancora quando potrà fare ritorno nelle Filippine e sono già passati oltre dieci anni da quando ha visto per l’ultima volta i suoi figli e la sua famiglia.

Copyright foto: © Thomas Morel-Fort.

Fotografo freelance dal 2016, Thomas Morel-Fort si occupa principalmente di progetti documentaristici a lungo termine. Prima di dedicarsi alla fotografia ha studiato all’Istituto nazionale superiore per le arti dello spettacolo e le tecniche di diffusione (INSAS) a Bruxelles, all’università Sorbonne dove ha conseguito una laurea in filosofia, e infine alla Sorbonne Nouvelle dove ha conseguito una laurea in arti cinematografiche. Tra il 2013 e il 2016 ha lavorato al quotidiano Le Parisien, occupandosi di notizie a livello globale. Nel 2015 ha iniziato il suo primo progetto a lungo termine riguardante le collaboratrici domestiche filippine; assunto sotto copertura assieme a Donna, è rimasto per più di un mese nella villa di una ricca famiglia libanese, sulla Riviera francese. Il premio The Camille Lepage Prize ricevuto al Visa pour l’Image nel 2019 gli ha permesso di viaggiare nelle Filippine, per poter seguire le donne che aveva incontrato in Francia e le loro famiglie. Ha successivamente ricevuto il Picture of the Year International (POYI) ed è stato finalista nel World Report Award | Documenting Humanity nel 2021.
Ha documentato la crisi dei Rohingya e il movimento dei gilet gialli. In generale i suoi progetti focalizzano l’attenzione sui diritti umani. I suoi lavori sono stati pubblicati su The Guardian, Der Spiegel, 6mois, e Le Monde.

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