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A.M.I. è una raccolta di indagini fotografiche sul territorio italiano

Qual è lo stato attuale della ricerca fotografica nel mondo non professionistico? Può la fotografia amatoriale svolgere anche oggi un ruolo chiave nelle contaminazioni linguistiche? Nella storia della Fotografia l’amatorialità era considerata terreno di sperimentazioni, permettendo lo sviluppo delle avanguardie. Oggi invece, dopo la diffusione di massa del mezzo fotografico, l’etichetta di “fotografia amatoriale” è usata per descrivere uno spazio scarsamente coerente o consapevole. Spesso si considerano le immagini provenienti da questa sfera destinate a scolorire presto, a non trovare un posto stabile nell’impianto storico legato al mezzo. L¹idea del fotoamatore è dunque dipinta come antitetica a quella di autore fotografo.

Ma qual è invece il reale confine tra i due mondi? A.M.I. vuole cercare il fotografo che usa con coerenza e consapevolezza il linguaggio fotografico, finalizzandolo a un’indagine specifica sul territorio che possa essere spunto di riflessione per l’intera collettività, distinguendolo così dalla corrente di semplici esecutori autoreferenziali, appassionati del mezzo.

Simone Cerio e Sara Munari attraverseranno tutto il territorio italiano raccogliendo, tramite appuntamenti prestabiliti in città e paesi, attraverso il coinvolgimento di festival, associazioni fotografiche e circoli, i lavori dei fotografi che vorranno contribuire, raccontando fotograficamente la propria parte di terra. Verranno stabiliti annualmente itinerari che andranno a coprire tutte le regioni italiane.

Simone Cerio (b.1983) è un fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism. Da sempre interessato a linguaggi ibridi, le sue immagini possiedono una narrativa che evidenzia l’importanza della relazione profonda con l’altro. Il filo che lega i suoi lavori è il tema dell’Identità e dei cambiamenti sociali e l’uso di uno storytelling estremamente intimo. Conosciuto soprattutto per la sua ricerca sulle comunità LGBT credenti, intitolata RELIGO, e il lavoro sul tema dell’assistenza sessuale per persone disabili, LOVE GIVERS. Progetti che gli valgono premi internazionali tra cui il Wellcome Photography Prize nella categoria “Hidden Worlds”. Contributor della ONG Emergency dal 2014 e co-fondatore di MOOD Photography, un centro studi di fotografia presso il quale è docente di “Identità e Metodo”, “Visual Journalism” e della masterclass in “Long Term Project”.

Sara Munari nasce a Milano ma gira il mondo. Espone in Italia ed Europa presso gallerie, Festival e musei d’arte contemporanea. Fa da giurata e lettrice portfolio in Premi e Festival Nazionali. Gira l’Italia per tenere conferenze, corsi e letture portfolio. Vince, coi i suoi lavori, premi nazionali e internazionali. Attraverso una continua ricerca, sviluppa storie visuali che approfondisce, attraverso la contaminazione di più media, partendo sempre da una base fotografica.
Scrive quattro libri di teoria sulla fotografia e ne pubblica di quattro di sue fotografie. Docente di Storia della fotografia e comunicazione visiva presso Istituto Italiano di Fotografia e di Linguaggio e Costruzione del racconto fotografico in molte sedi italiane. Ha un blog di fotografia molto seguito in Italia. Apre nel 2019 Musa Fotografia, centro per corsi, mostre, presentazioni e tutto ciò che riguarda la fotografia, a Monza. Ottiene premi e riconoscimenti a livello internazionale.

DOMENICA 26 SETTEMBRE | ore 11:00 | Biblioteca di Lodi, via Solferino, 72

DOMENICA 26 SETTEMBRE | ore 11:00 | Biblioteca di Lodi, via Solferino, 72

Per partecipare all’evento è necessario iscriversi.

Il numero massimo di partecipanti, nel rispetto delle norme anti-Covid, è di 25 persone.
In caso foste impossibilitati a partecipare dopo esservi iscritti, vi chiediamo la gentilezza di farcelo
sapere scrivendo a staff@festivaldellafotografiaetica.it. così da lasciare il posto ad altri partecipanti.