UNO SGUARDO SUL NUOVO MONDOI FOTOGRAFI DI AFP
Siria: dieci anni di conflitto

Dieci anni fa, la Siria era sull’orlo di un cambiamento epocale. L’effetto domino che stava rovesciando i dittatori nella regione sembrava inarrestabile, eppure il Paese è entrato in una fase di grande sconvolgimento e l’energia che aveva caratterizzato la Primavera araba qui si è spenta. Quella che ne è seguita è stata la guerra che ha caratterizzato l’inizio del secolo e che ha visto metà della popolazione del Paese costretta a fuggire dalle proprie case, il più grande sfollamento causato da un conflitto dalla Seconda guerra mondiale.

I livelli di violenza che hanno causato la morte di quasi mezzo milione di persone in un decennio hanno scioccato il mondo. Le forze filo-governative e i jihadisti hanno condiviso una forte ostilità nei confronti dei media durante tutto il conflitto, rendendo le fasi della guerra incredibilmente complesse da coprire.

Dalle prime fasi della ribellione contro il regime di Bashar al-Assad all’ascesa di gruppi jihadisti come lo Stato Islamico, così come durante l’internazionalizzazione del conflitto e la brutale riconquista di Assad, l’agenzia AFP è sempre rimasta sul campo documentando il conflitto siriano come nessun’altra testata giornalistica. La battaglia di Kobane, l’assedio di Aleppo, la caduta del “califfato”: questi eventi sono diventati i principali momenti storici che hanno segnato la guerra siriana, tutti raccontati dall’inizio alla fine attraverso lo sguardo dei fotografi di AFP.

Tra i fotografi il cui lavoro è esposto in questa mostra ci sono alcuni dei reporter di guerra più esperti dell’agenzia e freelance di alto livello provenienti da paesi diversi.

Alcune delle immagini più forti di questa raccolta, però, sono state realizzate da siriani, la maggior parte dei quali non aveva mai lavorato come giornalista prima della guerra e diventati in seguito fotografi pluripremiati per il lavoro svolto. Iniziare a fotografare è stato un modo attraverso il quale mostrare quello che stava succedendo nel loro paese per sensibilizzare e chiedere aiuto.

In molte delle immagini qui esposte si può comprendere la paura di chi si trovava dietro il mirino. Bambini feriti che guardano dritto nell’obiettivo perché conoscono il fotografo, un vicino, forse anche un parente. Cumuli di cemento maciullato che non sono rovine di una casa anonima, ma spesso di un edificio che ospitava gli amici e la famiglia di chi stava scattando.

La diversa natura di queste immagini non è solo il risultato di una “soluzione locale” a un problema di accesso in prima linea. Queste immagini sono il lavoro di una generazione di giovani siriani che sono diventati fotoreporter specializzati che hanno ispirato molti altri nella regione a impugnare una macchina fotografica e hanno lasciato un’impronta raccontando la storia di un conflitto che le parti in guerra non volevano che vedessimo.

Molti di questi fotografi siriani continuano a lavorare per AFP dalla Francia, dove ora vivono, documentando un altro aspetto di questa guerra: la perdita, il trauma, l’esilio e in alcuni casi la rinascita e la speranza, arrivata dopo uno dei conflitti tra i più sanguinosi di tutti i tempi.

Questa mostra è stata realizzata in collaborazione con AFP (Agence France Presse)

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