The Dark Side of Fast Fashion – Magnus Wennmann

Spazio Uno sguardo sul mondoMAGNUS WENNMANN
Il lato oscuro della fast fashion

Per oltre un decennio i giganti della moda hanno incoraggiato i loro clienti a portare i capi usati in negozio con la promessa del “riciclo”. In realtà, la maggior parte di questi vestiti non viene affatto riciclata, ma spedita in Paesi come il Ghana, dove invadono i mercati dell’usato e ciò che non può essere venduto finisce nelle discariche o viene bruciato.

Magnus Wennman lavora come fotogiornalista dall’età di 17 anni, quando ha iniziato la sua carriera al quotidiano DalaDemokraten. Dal 2001 è stato assunto da Aftonbladet, un quotidiano svedese di Stoccolma.
Magnus ha lavorato in oltre 80 paesi, coprendo eventi che vanno dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ai conflitti, e fino alle crisi dei rifugiati in Africa, Medio Oriente ed Europa.

In Svezia è stato nominato Fotografo dell’Anno per cinque volte e Videogiornalista dell’Anno per due. Ha inoltre ricevuto oltre 100 riconoscimenti, tra cui sette World Press Photo in diverse categorie. Nel 2017 è stato nominato Giornalista dell’Anno dalla Croce Rossa. Nel 2018 e nel 2023 gli è stato assegnato il premio Newspaper Photographer of the Year da POYI (Pictures of the Year International). Oltre al suo lavoro di fotografo, Magnus si è affermato anche come filmmaker: il suo cortometraggio Fatima’s Drawings, in cui una bambina rifugiata, ora al sicuro, riflette sulla sua migrazione attraverso i suoi disegni, ha ricevuto numerosi premi prestigiosi, tra cui il Best Digital Storytelling al Visa d’Or di Perpignan nel 2016.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre. Tra le più importanti emerge Where the Children Sleep, presentata in 17 paesi. Ha inoltre esposto i suoi lavori al Campidoglio di Washington, D.C., e presso la sede delle Nazioni Unite a New York.
Nel 2018 ha trascorso più di sei mesi lavorando a un reportage sul sonno per National Geographic, con suo figlio Wile in copertina. Nel 2023, insieme al giornalista Staffan Lindberg è stato insignito del Gran Premio Svedese per il Giornalismo nella categoria Scoop dell’Anno, oltre al premio Guldspaden nella categoria dei principali quotidiani per l’indagine condotta sullo smaltimento degli abiti usati della fast fashion nei Paesi poveri.

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