TALK CON L'AUTORETANO D'AMICO

Tano D’Amico presenta le sue ultime tre pubblicazioni uscite nella collana Sguardi e visioni della casa editrice Mimesis.

Dialogano con lui Francesca Adamo (caporedattrice Mimesis e direttrice della collana Sguardi e visioni) e Marco Brioni.

Tano D’Amico presenta le sue ultime tre pubblicazioni uscite nella collana Sguardi e visioni della casa editrice Mimesis.

Dialogano con lui Francesca Adamo (caporedattrice Mimesis e direttrice della collana Sguardi e visioni) e Marco Brioni.

Tano D’Amico è forse il fotografo più amato dai movimenti che per più di mezzo secolo hanno lottato per dare un volto nuovo al nostro Paese.

La casa editrice Mimesis nasce nel 1987 con lo scopo di raccogliere e diffondere le idee filosofiche che animano la riflessione italiana e internazionale. Pur mantenendo la sua attitudine filosofica, espande presto i confini dei propri interessi alle scienze umane. Qualche anno fa nasce la collana Sguardi e Visioni che si occupa nello specifico di fotografia. La collana, oltre a ricerche e produzioni fotografiche contemporanee, ospita interventi di scrittori, saggisti e filosofi che con questa pratica hanno avuto a che fare, con l’intento di contribuire alla comprensione della realtà storica e creativa del nostro tempo.

Francesca Adamo è caporedattore di Mimesis e direttrice della collana Sguardi e Visioni.

DOMENICA 23 OTTOBRE | Ore 11.30
Spazio Libri presso Palazzo Barni – C.so Vittorio Emanuele II, 17

LIBRI PRESENTATI

Fotografia e destino, Mimesis 2020

L’immagine può amare così tanto la vita da cambiarne il destino?Con questa domanda Tano D’Amico apre Fotografia e destino, il fitto diario dei suoi ricordi che ci mostra il legame fortissimo che esiste tra immagine e storia.

Questo libro racconta come la fotografia dei soddisfatti sia stata imposta ai sottomessi e ai vinti, mostra quanto una bella immagine possa essere molto lontana dall’idea di perfezione formale, parla di una verità che è diametralmente opposta alla fotografia politica, quella, cioè, costruita a tavolino. I legami segreti tra fotografia e destino sono così messi a nudo dai protagonisti di questo libro – i movimenti, le donne, le lotte, gli operai – in un racconto poetico in cui l’immagine, che è sempre metafora viva, si nutre del movimento dei suoi soggetti e dell’amore infinito, della tensione lunga tutta una vita, di chi quell’immagine ha cercato.

Misericordia e tradimento, Mimesis 2021

C’è il fotografo e c’è la misericordia, dentro e fuori le immagini. Ci sono i miseri – che siamo noi com’eravamo nel corpo dei movimenti che non si arrendevano, che, anzi, avanzavano – e c’è il loro tradimento. C’è il coraggio dell’amicizia e dell’amore che immancabilmente si oppone e ci sono le fotografie: immagini che ci abbracciano tutti e che, respinte, rifiutate, gettate via, poi si fanno ritrovare, si lasciano riscoprire. In questo libro, Tano D’Amico ci racconta l’Italia di Misericordia e tradimento, dagli anni ’60, dove si mostra, presente, la misericordia. Le sue immagini tratteggiano un’umanità sfumata tra il bianco e il nero della pellicola, coraggiosa nelle rivendicazioni e nel dissenso, ed è di questa intensità che le immagini del fotografo nutrono la memoria. Una memoria che non si rivolge al passato, ma al cuore. Al cuore dei miseri trovati sulla strada, nelle piazze, agli angoli delle periferie, e al cuore di chi, nel tradimento, si è fatto testimone della forza di quelle immagini.

Orfani del vento, Mimesis in uscita 2022

Una natura comune lega indissolubilmente zingari e immagini. Il popolo Rom ci sta accanto quando le parole non bastano, quando le parole non possono racchiudere, definire, circoscrivere quello che la realtà provoca in noi. Sono un popolo da guardare, da ascoltare, ancor più che da leggere. La parola scritta non li ha mai amati, l’immagine sempre. Nel suo nuovo libro Tano D’Amico, attraverso alcuni scatti memorabili, ci fa immergere nella cultura e nella storia di un popolo che non ha mai avuto capi o condottieri. Un popolo sempre in cammino, senza una patria, convinto che la terra non vada posseduta. L’unico popolo che non ha mai fatto guerra a un altro popolo. Una cultura, la loro, senza mura, senza torri. Una cultura orizzontale come una tenda, come una strada, come una decisione che si prende tutti quanti insieme.